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Cenni Storici

Nel maggio del 1022 Lanfranco del fu Arialdo di Lanzano, vivente a legge longobarda, vendette a Giovanni, prete de ordine ed plebe Sancti Stefani sito loco Mulaciano, una masseria con terre e servizi (duos servos et ancilla) entro e fuori del castello di Lanzano, in Marcanugo per cinquanta denari d'argento. Nell'aprile del 1147, in Cavenago, Lanfranco, vescovo di Lodi, col consenso di alcuni del clero, dei valvassori e dei pari della sua casa e corte, concesse in feudo ad Odone di Melegnano il fondo e beneficio già tenuto da quelli di Venzago in plebe de Mulazano e nei luoghi di pertinenza di questa plebe in Virolo e Lanzano.

L'anno 1229 Bregondio Denari legò molti beni di Mulazzano agli Umiliati di Lodi, i quali eressero in questo luogo una loro canonica, nella quale nel 1296 facevano residenza sette frati.
Nel 1261 la chiesa plebana di S. Stefano di Mulazzano pagò una taglia di soldi 11 e den. 4 imposta al clero lodigiano dal notaio Guala, legato del Papa. Da questa plebe dipendevano allora le chiese di Dresano, Isola Balba, san Pietro in campo, Cassinello, S. Barbaziano, S. Menasio e S. Protasio di lanzano.

Il vescovo Bongiovanni Fissiraga l'anno 1282 affittò le decime di Mulazzano a Sozzone Denari. Nel 1304 Airoldo arciprete della plebe di S. Stefano di Mulazzano, il prete Egisio dell'Acqua (poi vescovo) e Stefano Denari, canonico della medesima plebe, investono a livello Perino Caza di diversi pezzi di terra il territorio di Mulazzano. Il 28 marzo 1308 Egidio dell'Acqua, vescovo, investe per anni 29 Guglielmo e Bassano fratelli figli del fu Sozzo Denari della decime dei novelli in terr. Di Mulazzano per annuali sei staia di mistura. Il 5 maggio del 1310 il vescovo Egidio dell'Acqua, concesse a Bonifacio Dardanone, uomo potente e ricchissimo, per 27 anni, la quarta parte delle decime in questo luogo e di molti altri. Nel 1294 vi si accamparono le milizie di Matteo Visconti contro i Torriani che tenevano Lodi.

Non troviamo menzione della signoria dei Mozzanica in Mulazzano, sebbene di questa ne facciano testimonianza alcuni stemmi di quella illustre prosapia. Nel 1546 questo feudo venne venduto ai principi Tassi, napoletani, unitamente a Quartiano, Marzano, Zelo, Cervignano, Dresano e Bisnate; e nel 1685 fu concesso ai Magnani;

L'antichissima e considerevole arcipretura fu goduta ed, in seguito, retta da una serie continua di arcipreti, tra i quali alcuni distintissimi: Ambrogio Beltrami, a. 1375; Giacomo de' Valvassori, delegato apostolico per breve di Sisto IV, compilatore dei nuovi statuti per la canonica di San Lorenzo, a. 1473 il dotto Tiberio Ro, protonotario apostolico, 1503, 1520; Giovanni Gelmini che compose un libro di epigrammi e le lodi a mons. Michelangelo Seghizzi in occasione del suo ritorno da Roma nel 1619; Carlo Caleffi, morto il 22 aprile 1857, professore di storia ecclesiastica, esegesi, ermeneutica e pastorale; mons. Angelo Bersani – Dossena, vescovo di patara in part. E coadiutore al vescovo di Lodi, prelato domestico di S.S.Pio IX, prima che prevosto della collegiata di San Lorenzo in città, fu arciprete di Mulazzano, insigne sacro oratore che fondò il periodico Il Buon Pastore.

Un Bernardo da Mulazzano nel 1300 era notaio ed archivista della città di Lodi, successo ad Anselmo de Mellese, raccoglitore del Liber Jurium Civitatis Laudac. Un P. don Bernardo da Mulazzano, dell'ordine cistercense, fu abate di santo Stefano al Corno e vicario generale del vescovo Arrigoni di Lodi (a.1409).

Giulio Piperno, che nel secolo XVIII da semplice soldato diventò capitano, sergente maggiore e tenente colonnello in Fiandra, morto a Bruxelles lasciando tutto il suo al Monte di Pietà di Lodi, era di Mulazzano; il medesimo Piperno non dimenticò il proprio paese e lasciò una somma per la dote ad una nubenda povera della parrocchia. Un Magister Johannes de Mulazano nel 1470 trovavasi nelle carceri di Porta Cumana di Milano ex commissione principis. Mons. Paolo Luigi Silva, nato in Milano, esaminatore de' vescovi nei sacri canoni, prelato domestico di S.S., assessore di Santo Officio, morto cardinale nel 1802, aveva un canonicato a Mulazzano sotto il titolo di San Stefano, di pert. 300.

La parrocchiale conteneva diversi affreschi della pittrice Bisi (a824) rappresentanti un battesimo, una Deposizione ed alcuni episodi della vita di santo Stefano, titolare: furono cancellati e sostituiti da altri di valore artistico molto dubbio.

Il 27 gennaio 1869 si aggregarono a Mulazzano i Comuni di cassino d'Alberi, Isola Balba e Quartiano.
A Km. 2nord; ab. 602; am. M. 92. Parrocchia del vicariato di Mulazzano, col titolo di Santi Nazzaro e Celso, avuto dall'abazia omonima, di Milano, che vi possedette dei beni. Ebbe antico castello che fin dal 1492 si chiamava Castellazzo. Il vescovo Bongiovanni Fissiraga l'anno 1252 investì Marchisio d'Alberi delle decime di questo luogo, detto allora Cassinello, per anni venti. L'anno 1261 la chiesa di Cassinello pagò la taglia di denari sette e mezzo imposta al clero laudense dal notaio Guala, legato pontificio. Anche il vescovo Raimondo Sommariva il 29 settembre 1290 confermò alla famiglia Alberi il feudo di questo luogo, per il fitto di staia quattro di mistura di segale e miglio; questa famiglia lasciò il nome al luogo che più tardi si chiamò Cassino. La famiglia Alberi era pure affittuaria di alcuni beni delle monache Umiliate di Paullo, an. 1283.

Le decime vescovili di Cassinello d'Alberi nel 1309 furono infeudate ai capitanei di Cervignano unitamente a quelle di altri paesi circonvicini. Erroneamente si credette che questa località sorgesse sulle rovine dell'antica Roccabruna, illustrata dalla morte di San Daniele, soldato di Carlomagno; questa Roccabruna, detta poi Cassino, sorse sulla destra dell'Adda nei pressi dell'attuale Ca' del Conte in comune di San Martino in Strada, ove si hanno sicure notizie della chiesa di San Daniele, mentre nelle diverse visite pastorali del cinquecento e del seicento fatte a Cassino d'Alberi non trovasi nessuna menzione di quel santo. Nella chiesa havvi un affresco del quattrocento, Salus infirmorum, discretamente conservato: in mano ad una statuetta di Sanm Daniele fu posto uno spadone del cinquecento trovato, dice la tradizione, nella demolizione del castellazzo. La parrocchia è tutta riunita nel paese. Vi nacque Luigi Bignami, arcivescovo di Siracusa. Campanile, punto trigonometrico.

A Km. 3 sud; ab. 85,86. Parrocchia del vicariato di Villavesco, col titolo di san Pietro Apostolo, di an. 1183. Quartielano, 3 dicembre 1151. L'anno 1181, i vescovi di Lodi avevano infeudate le decime in loco Antignange, et in loco Quartignani et ad Villam Vescovi et ad Insulam de Balbis ai signori di Salerano. Più tardi, a. 1309, troviamo le stesse decime infeudate ai capitanei de Cervignano. Possedettero a Quartiano le monache di San benedetto, già Umiliate; dopo la loro soppressione successe nella loro proprietà don Ignazio Maineri; anche gli Olivetani di Villanova si tenevano alcuni beni. Il feudo temporale di Quartiano il 15 agosto 1546 venne acquistato dai principi Tassi, di Napoli, che lo tennero fino al 1782, in cui tutti i feudi furono aboliti. L'anno 1619 la chiesa di Quartiano unitamente a quella di Isola Balba, allora parrocchiale, era di patronato Balbi; ora invece è della famiglia Litta-Borromeo.
Il 29 gennaio 1869 il comune di Quartiano venne aggregato al Comune di Mulazzano.

CASOLTA. A Km. 3.300 sud est; ab.233; am. M. 84. Parrocchia di Quartiano. Le sue decime furono dei vescovi di Lodi infeudate ai capitanei di Salerano e di Cervignano (1309). Vi possedette l'Ospedale Maggiore di Lodi per l'eredità di Alessandro Gavazzo e di Alvisa Vistarini sua moglie (1639). Vi possedettero pure 1065 pertiche di terreno, divise in tre possessioni, le monache di san Benedetto, già Umiliate, soppresse il 22 aprile 1785.

ISOLA BALBA. A Km. 1,600 sud; ab. 134; am. M. 85 Parr. Di Quartiano. Nome di origine romana. E' sulla sinistra del fiumicello Sillero che una volta molto ricco di acque stagnava formando una o più isole, dando la derivazione del nome. I vescovi di Lodi ne infeudatarono le decime dei capitanei di Salerano. La sua chiesa, nella plebe di Mulazzano, l'anno 1261, pagò una taglia di soldi due e mezzo al notaio Guala, legato pontificio e fu lungamente parrocchia prima che questa venisse concentrata a Quartiano nel secolo XVI. Il feudo di Isola Balba il 2 agosto 1627 fu con esso ai Baldini, mutato nello stesso anno in marchesato. Nel 1628 di terre le monache di Sua Giovanni Balba di Lodi che all'atto della soppressione di questo monastero, 22 aprile 1785 era pagato dal marchese Gio. Battista d'Adda. Fu trovato un corno d'alce nelle vicinanze di questo villaggio descritto dal Breislack nella Descrizione geologica della provincia di Milano.

MONGATTINO. A Km. 4,2 sud est; ab. 63; am. M. 85 Parr. Di Arcagna; dist. Km. 2 ovest. Fu proprietà dei Vistarini di Lodi. Havvi grandioso stabilimento per la lavorazione del riso. La radicale Mon suppone un'altura che non appare. Osserviamo che a breve istanza, sulla costiera destra dell'Adda, eravi una località detta Monsgattonus..

SABBIONE. A Km. 2 sud; am. M. 86; parr. Di Quartiano, distanza brevissimo tratto nord ovest. Fu proprietà della famiglia Seghizzi,, lodigiana, da cui per eredità passò nei Sommariva. Forse è l'antico Sablone nominato nel testamento di Ariberto d'Intimiano, a. 1034.

Nomi perduti:
Cascinetta – Era a circa Km. 1 ovest sulla strada Pandina.
Lardirago – Luogo cui est a monte ecclesie sancti Stephani, 12 settembre 1213.
Lazzaretto – Era a breve tratto da Mulazzano, lungo la strada Pandina.
Muzago – Era nel territorio di Quartiano, 16 marzo 1350